Serena Peroni passione e professionalità a servizio della musica

Intervista a una promettente giovane corista e direttrice, dotata di una grande passione: la musica, soprattutto corale, ma non solo.

Oggi per farvi conoscere una persona di valore mi sposto nei pressi di Vicenza per incontrare Serena Peroni, promettente musicista giovanissima, dotata di una grande passione: la musica, soprattutto corale ma non solo. La sensibilità, la determinazione, la serietà e la professionalità che la caratterizzano sono innegabili e la rendono una persona unica e veramente speciale. Conosciamola meglio attraverso le sue parole!

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Serena, quando è nata la tua passione per la musica? Quando hai iniziato a studiare canto e perchè?

La passione in realtà è nata con il pianoforte, che ho iniziato a suonare 10 anni fa alle scuole medie. Entrambi i miei genitori cantavano in coro ma io mi vergognavo anche a cantare da sola sotto la doccia. Il mio sogno era diventare una pianista, finché mia mamma nel 2013 dopo un periodo di pausa riprese a cantare. Riprese però nel Coro Polifonico San Biagio di Montorso Vicentino, diretto da Francesco Grigolo. Mia mamma tentò di convincermi invano ad entrare a farne parte: mi disse che cantare in coro mi avrebbe aiutato a suonare il pianoforte e non so come… feci il passo. Purtroppo non ho mai studiato canto se non imparando in coro.

Come è nato il tuo interesse per la musica corale e quando hai deciso di farne una professione?

Nel giro di qualche mese da quando iniziai a cantare, ascoltavo musica corale ossessivamente e la passione cresceva in modo esponenziale. Un anno dopo sentii la “vocazione”: volevo studiare direzione di coro e farne la mia professione. Nel 2015 conobbi l’Accademia di direzione corale “Piergiorgio Righele”, misi da parte la timidezza e mi iscrissi. Iniziare a studiare direzione per me è stato un grande momento di crescita e maturità, sia per il tipo di ruolo che dovevo assumere – il direttore alla fine è un leader – sia per le persone con cui mi confrontavo, che erano quasi sempre molto più grandi di me.

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Pensando alla Serena che sei oggi, quali esperienze ritieni fondanti nel tuo percorso di formazione in ambito musicale?

Tutte quelle che ho fatto sono state fondanti. Le più massicce sicuramente l’Accademia P. Righele, EuroChoir 2018, il Coro Giovanile Italiano, il Coro Polifonico San Biagio, l’accademia Chigiana…

Sei grata in particolare a una o più persone che durante il tuo percorso si sono rivelate preziose?

Assolutamente sì. Sono tantissime le persone a cui sono grata. Mi permetto di citare alcuni maestri: Alessandro Kirschner, il mio docente di direzione all’Accademia Righele, persona veramente preziosa; Matteo Valbusa, straordinario maestro che non ha mai esitato a darmi dei preziosi consigli, opportunità e fiducia; poi ovviamente Francesco Grigolo, la mia figura di riferimento da anni come direttore, musicista e persona. Mi ha sempre dato molto, più di quanto meritassi.

Da dove nasce l’idea di Iter Novum?

Alcuni coristi che avevano maturato esperienze in altri cori nel 2018 hanno deciso di voltare pagina e di formare una nuova realtà. Mi hanno chiamata ed entusiasta ho deciso che avrei accettato l’incarico. Il nome è stata una mia idea, felicemente approvata da tutti. Descrive sia il loro obiettivo, quello di voler affrontare un “nuovo cammino”, sia la mia concezione di far coro, da loro condivisa, in costante ricerca, con una proiezione verso nuove vie.

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Che repertorio affrontate solitamente e come lo scegli?

Mi piace l’idea che i miei coristi possano confrontarsi con una vasta gamma di repertorio quindi abbiamo affrontato diversi generi dal gregoriano ad arrangiamenti di musica leggera. La scelta di solito si basa su quattro parametri: deve sfruttare il potenziale del coro, deve insegnare loro qualcosa, deve piacere a loro, a me e possibilmente al pubblico, e per ultimo ma non meno importante, il testo deve esprimere un messaggio che rispecchi la nostra sensibilità. In quest’ultimo periodo il Novecento ha la meglio seguito da Rinascimento e Ottocento. Sono effettivamente repertori che adoro e che spero di aver fatto apprezzare.

Avete progetti in vista?

Prossimamente saremo coro laboratorio all’Accademia P. Righele: a novembre per il corso di direzione e a febbraio per il corso vocalisti. Abbiamo già fatto questo tipo di esperienza per il corso residenziale di Mel (BL) e ci siamo divertiti tantissimo, non vediamo l’ora di rimetterci a disposizione per queste attività di formazione. Stiamo organizzando per il mese di dicembre (o in primavera se non sarà possibile causa Covid19) un concerto di beneficenza a Trissino, nel nostro paese, assieme all’associazione Amici del cuore di Vicenza. Vogliamo cantare per tutti quelli che hanno lavorato in prima linea in questo periodo e per tutte le vittime del virus.

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Come hanno vissuto i tuoi coristi l’emergenza Covid-19 e come hanno reagito? Immagino ci sia stata una notevole volontà di continuare a cantare!

Tantissima, infatti abbiamo continuato in vari modi: insegnavo nuovi brani tramite zoom dedicando 45 minuti a settimana per ogni sezione. Oltre a questo abbiamo organizzato delle serate di alfabetizzazione e approfondimento online aperte anche ad esterni al coro. Ogni settimana i coristi mi mandavano una registrazione personale del brano imparato in modo che potessi sentire il risultato ed è stato molto sorprendente. Ci siamo divertiti poi producendo delle videointerviste doppie che abbiamo pubblicato sul nostro canale instagram.

Se potessi scegliere un brano corale con cui descrivere la tua idea di “fare musica”, quale sarebbe?

Non sono mai stata in grado di definire un brano o compositore preferito, vado molto a periodi. Però Hora est di Mendelssohn forse potrebbe essere una buona scelta. C’è tutto dentro: quattro cori che in una scrittura elegante e di grande carica espressiva si uniscono nella drammaticità che esprime anche il testo. Meraviglia.

Che cosa cerchi in un coro, come direttrice?

Io pretendo tantissimo, infatti molte persone vengono ad ascoltare le mie prove e poi non tornano più. Chi rimane è veramente un guerriero. Scherzo, in ordine cerco: impegno, disciplina, fiducia, amicizia, collaborazione, entusiasmo, determinazione. Se i coristi cercano questo, la qualità musicale viene da sè: basta avere pazienza.

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Che cosa cerchi in un coro invece, come corista?

Cerco cose abbastanza scontate, credo. Sicuramente concepisco le prove, oltre che come divertimento, delle lezioni. Una figura fondamentale quindi è assunta dal direttore dal quale ho bisogno di ricevere molti stimoli. Voglio mettermi in gioco continuamente e portare a casa qualcosa di nuovo. Ultimamente cerco cori ed esperienze che permettano di curare il dettaglio e di farmi esprimere al meglio come artista. Non nascondo anche di cercare un coro che ha molte opportunità di esibirsi.

Hai un sogno nel cassetto? Un obiettivo da raggiungere, un progetto a cui partecipare?

Il mio motto è “lascia il mondo un po’ migliore di come l’hai trovato”. A volte pensando a tutti i problemi nel mondo mi viene voglia di smettere tutto e fare qualcosa di più “concreto”, ma poi rifletto e concludo che anche la musica è necessaria all’umanità. Il mio sogno è trasmettere il mio amore per la musica e il mondo corale ai miei coristi e più in generale alle persone. Credo che la musica e il coro abbiano il potere di unire, di ampliare la felicità e di renderci più sensibili. Personalmente sto investendo molto anche nelle voci bianche: abbiamo aperto questa sezione con l’associazione vocale Iter Novum proprio un anno fa. Credo che i bambini e i ragazzi siano fondamentali: sono il futuro! Il mio obiettivo è riuscire a far fare loro, come anche al gruppo vocale, una bella, originale e coinvolgente attività concertistica e magari prepararli a qualche concorso.

Credits: gruppo vocale Iter Novum

Dopo l’esperienza nel Coro Giovanile Europeo, cosa senti di aver portato con te in Italia?

L’esperienza in EuroChior 2018 è stata senza dubbio una delle più belle e stimolanti della mia vita. Consiglierei di partecipare a chiunque! Spero di poterla rivivere l’anno prossimo. Sicuramente sono tornata con tanti nuovi amici, persone davvero speciali con cui sono in contatto spesso. Ho portato in Italia un modo originalissimo di affrontare le prove e i concerti. Non mi è mai capitato prima di fare una prova cantando tutti vicini stesi a terra, o di collaborare con gli altri coristi per inventare una coreografia adatta al brano da eseguire, o addirittura di scegliere una persona tra il pubblico, avvicinarmi ad essa – fino all’imbarazzo – e cantare guardandola negli occhi, vederla commuoversi; di cantare in coro in autobus, al parco, fare concerti in piscina o in fabbriche abbandonate.
E ancora, di prendersi un’ora il giorno dopo un’esibizione per condividere assieme, anche se si è in cinquanta, la resa personale e collettiva del concerto, i momenti di difficoltà, le emozioni provate. Incredibile quanto si possa conoscere meglio chi ci sta affianco, imparare per le prossime performance e non sentirsi soli. Trovare questo tipo di spazio di condivisione e confronto forse è utile per chiunque lavori in un team.
Ed è difficile applicare, da direttore, tutte queste cose perché è necessaria un’estrema voglia di mettersi in gioco da parte dei coristi. Di sicuro mi ha spronato e mi ha dato tanti spunti per costruire un modo innovativo di far coro.

Credits: Ahti Viluksela

C’è un consiglio che qualcuno ti ha dato che ha rappresentato una svolta nel tuo percorso di crescita personale e professionale?

Sì. Matteo Valbusa che mi disse di proseguire lo studio del pianoforte in conservatorio, tutti mi consigliavano di fare il triennio di direzione di coro ed era anche la mia idea. Ora sono all’ultimo anno accademico di pianoforte e sono contentissima. Il mio maestro, Marco Tezza, è un musicista che stimo molto e che mi sta insegnando a 360 gradi. Lo studio approfondito di uno strumento per un direttore è un aspetto fondamentale.

Quale consiglio ti sentiresti di dare a chi vorrebbe iniziare a studiare nell’ambito della musica corale e della direzione di coro?

Quello della musica corale è un mondo tanto entusiasmante e bello quanto sottovalutato, in Italia. Bisogna crederci ed essere determinati. Credo sia importante avere un buon supporto dai maestri, fiducia dalle persone che ci stanno attorno, trovare amici che abbiano la stessa passione e contagiarsi di positività, idee e energia. Sono cose di cui per fortuna ho beneficiato e che nei momenti di “smarrimento” realizzavo che mancavano. Solo INSIEME si può crescere e far crescere la musica corale.

Una bella storia, che meritava d’esser raccontata e che sicuramente può esser d’esempio per tutti. Siete curiosi ora di ascoltare Iter Novum diretto dalla nostra Serena? Non vi resta che immergervi nella musica cliccando qui sotto. Buon ascolto!

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Non ho il dono della sintesi e qui mi è richiesta una brevità epigrammatica: vi basti sapere che sono un'appassionata antichista, dedita corista e aspirante insegnante e scrittrice. Amo viaggiare, conoscere persone nuove e mettere per iscritto ogni emozione vissuta.

3 Comments

  1. Grazie mi sono emozionata. Mi sento orgogliosa di far parte di iter novum e soprattutto di avere potuto conoscere Serena spero davvero che con il suo entusiasmo e la sua freschezza giovanile possa essere una sprone affinché la musica possa essere veramente apprezzata e vissuta in tutta la sua bellezza
    Grazie 😍

  2. Anche io sono orgogliosa di aver conosciuto Serena, e far parte di ITER NOVUM! Sono convinta che la musica può cambiare in meglio il mondo e dare positività a chi ti circonda. Soero di continuare questo cammino intrapreso assieme a Giuliano, mio marito, con tanto entusiasmo e gioia!

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